Barocco. Movimento, impeto dinamico che irrompe nella realtà dell’osservatore, centro prospettico
che si (dis)perde, si moltiplica e attiva virtuosismi che costringono lo sguardo a inseguire la danza
rapsodica di linee, luci, ombre, punti di vista.
È un gioco di alternanze, di frammenti che svelano
dettagli e restituiscono una visione d’insieme inedita e inaspettata. Il Barocco è un meccanismo, un
modo di percepire le cose, un gioco di equilibri e tensioni che spezza la purezza formale dei luoghi la mette tra parentesi: un rinnovamento della visione è in scena. La trascendenza cede il posto
all’immanenza, alla ri-scoperta di quei luoghi di Roma che appartengono all’immaginario comune piuttosto che al bagaglio culturale, alla memoria di ognuno.
La disarticolazione dello spazio della superficie pittorica rispecchia la frammentazione dello spazio
cittadino, la cui figurazione e conoscenza vengono messe in discussione. Squarci d’oro catturano lo
sguardo, si fanno diaframma tra il qui e ora della realtà e spazi altri che inducono l’osservatore a
perdersi tanto tra le vie dell’Urbe quanto nei meandri di pensieri e riflessioni sul perché e sul come
un luogo, un monumento, uno spazio di Roma è quel luogo, quel monumento, quello spazio.
La
meccanica barocca entra in campo, si attiva, trova un corrispettivo nel contemporaneo, si fa specchio della contraddittorietà del tempo attuale come del passato,
restituisce dimensioni che silenziosamente hanno attraversato il tempo e la storia riempiendo pagine di libri, dando vita a rappresentazioni cartografiche.
Occorre disarticolare la realtà, interna ed esterna, affinché emergano con chiarezza quegli elementi che la connotano.
Il luogo e la dimensione che ne scaturiscono diventano linguaggio concreto dal quale partire per poi ritornarvi, ritrovare, comprendere quello stesso luogo.
All’osservatore-viaggiatore perciò la possibilità di mettere insieme i pezzi, di ricomporre il macrocosmo del quadro ricostruendo al contempo un determinato luogo,
traslando nel contemporaneo la molteplicità dinamica dei punti di vista di matrice barocca
mette in mostra gli elementi che insieme creano il linguaggio di un territorio; cartografie, pagine di libri, figurazioni di monumenti
attivano un tourbillon centrifugo-centripeto capace di fissare non tanto e non solo lo spazio fisico e quindi l’architettura di un luogo, quanto la dimensione che da quel luogo scaturisce.
Marta Spanò